lunedì 30 settembre 2013

Lettino a misura... di bambino!


Anche noto come "lettino montessoriano",  è una versione occidentale della camera da letto in stile giapponese, o più in generale asiatico.
Eccolo qui, progettato, tagliato e avvitato, stavolta con il prezioso aiuto di papi, il nuovo lettino di Sara!
Era già nei nostri programmi da bel pezzo ma poi il giorno che ho letto nei suoi occhi il desiderio di scovare una via di fuga dalle culla, facendo le prove con il piedino sulla sponda, ho capito che non si poteva aspettare più. E' bellissimo vederla, salire e scendere senza pericoli e senza costrizioni, l'ha apprezzato moltissimo! Devo dire che anche io, la prima volta che l'ho vista spuntare vicino al lettone, e che ho potuto prenderla senza bisogno di mettere i piedi a terra... ho apprezzato la genialità di questa soluzione!
A dire il vero questa non sarebbe la versione definitiva, perchè nel progetto di mami ci sarebbero stati anche una sorta di paracolpi per le parti rialzate in legno e i cuscini abbinati, con una dolcissima stoffa a quadretti rosa antico già pronta per essere cucita... ma, visti gli impegni degli ultimi giorni, intanto vi mostro queste foto, poi magari vi aggiornerò sul resto.
Per i meno esperti in materia questo lettino funziona così: c'è un tappeto a terra, quasi il doppio del lettino (noi abbiamo scelto un tappeto a tessitura piatta facile da pulire e senza peli cattura polvere), la parte in legno non è altro che un perimetro che circonda il materassino (alto 20 cm nella parte alta e 7 cm in quella bassa), infine, il materasso è appoggiato direttamente sul tappeto.
La nostra variante prevede un materassino da palestra, gentilmente offerto dalla bisnonna, a fare da paracolpi contro il muro, e una serie di cuscini, aggiunti all'occorrenza quando Sara si addormenta, che coprono gli angoli e la parte bassa in legno dalla quale si scende, perchè ogni tanto esce fuori dal letto anche mentre dorme... 
Bello e funzionale, cari genitori provare per credere!
Ecco un'altra foto.

A presto... vado a dormire anch'io... vi abbraccio! Ire

mercoledì 18 settembre 2013

Blessingway

"Il modo in cui accogliamo i nostri bambini nel mondo
riflette le nostre somme speranze e i nostri sogni per loro." 
(Carroll Dunham, Mamatoto: A Celebration of Birth)



Accogliere un bambino celebrando la nuova nascita della sua mamma è un modo dolcissimo per augurargli una vita piena d'amore!

La cerimonia del Blessingway nasce dalla tradizione dei nativi americani Navajo, si tratta di un rituale di passaggio e di buon augurio che era celebrato nelle occasioni più importanti della vita di una persona, per una ragazza nella pubertà, per un ragazzo che partiva per una guerra, o per una donna in prossimità del parto.

Il Blessingway è un cerchio di donne che si stringe attorno alla futura mamma, per onorarla e coccolarla, per donarle sernità e amore in prossimità del parto. 
Di solito ad un Blessingway partecipano le donne più importanti per la mamma, per vivere insieme un momento fatto di tante attività diverse, divertenti e profonde al tempo stesso, per rendere alla nascita la bellezza e la naturalezza che le sono proprie, per arginare e alleviare le ansie della futura madre, per infondere in lei fiducia e forza rispetto alle proprie capacità di partorire e di accogliere il neonato in arrivo.


Mi piace citare le parole di Jeannine Parvati Baker, ostetrica, perchè sintetizzano perfettamente la vera natura dei Blessingway:
I rituali hanno la proprietà di toccare le radici dell’anima e di accedere ai livelli di realtà multipli coinvolti nella gravidanza e nella nascita.
Il Blessingway è un rituale molto positivo, che ribadisce come la donna avrà un’esperienza di parto naturale e bella.
Il Blessingway ritualizza il supporto della comunità alla famiglia in attesa. 
Dà alla madre un’occasione di accettare l’attenzione della tribù e l’intensità di questa vulnerabilità. La madre impara ad accettare con grazia i regali per il suo bambino, così come accetterà la forza della nascita, comunemente chiamata dolore del travaglio.
Ogni dono (contrazione) porta il suo bambino verso la terra.
La Madre viene onorata per essere tra chi porta avanti nuova vita nella tribù”.

Adoro i Blessingway perchè sono commoventi, pieni di energia, dolcissimi e veri.
Ad ogni mamma il suo.
Sarò onorata di organizzare il tuo Blessingway!


venerdì 6 settembre 2013

Resilienza!

Ovvero, eccomi qui... ancora piena di vita!



Quando sono rientrata a casa, alla fine di agosto, dopo due mesi trascorsi in viaggio, tra mare, lavoro, nonni e riposo, ho trovato sul balcone la mia povera margherita, regalo della festa della mamma, completamente secca, apparentemente priva di vita. Con rammarico ho pensato al fatto che purtroppo la mancanza di cure non poteva sortire un effetto diverso... ho continuato a girarle attorno, senza riservarle troppe attenzioni e senza neanche trovare mai il coraggio di tirarla via dal vaso, rassegnata ma non fino in fondo al triste epilogo. 
Dopo qualche giorno di vigorosi temporali di fine estate, una mattina sono passata lì vicino, sul mio balcone, vicino a quel vaso apparentemente sterile, e la vista ha colmato il mio cuore di sorpresa. Un nuovo germoglio, un impeto di vita sovrastava il seccume solo in apparenza sterile... ed eccola la mia margherita, più fresca, più verde, più bella che mai!
Lo spettacolo mi ha lasciata attonita. L'ho contemplata per un pò, l'ho fotografata... e ho continuato a pesarci su per tutto il giorno. 
"Evviva la mia margherita che mi ha dato una bella lezione di vita", continuavo a ripetere a me stessa. Ho imprato che non tutto dipende da me, dall'amore e dalle cure che posso offrire, dalle mie intenzioni più o meno buone. Ho imparato che, grazie a Dio, la vita va avanti, nonostante le mie imperfezioni e i miei limiti. Ed è stata gioia pura! Perchè come mamma, come doula, come donna, sapere di poter contare anche su questo mi da una marcia in più, mi libera dalle paure, mi da la forza di sperare oltre le speranze di ieri, mi da il coraggio di credere che nessuna situazione sia così sterile da non poter attendere una nuova gemma.
Torno a scrivere dopo mesi di silenzio, duro ma fecondo. Ho aspettato questo settembre come si attende l'arrivo di un uragano, preparandomi al meglio e coltivando nel cuore la speranza. Da quattro giorni, insieme a Daniele e Sara, mi sono trasferita a Roma, e la mia vita ha iniziato a danzare su una nuova musica. Ora è il tempo di mettere fuori il naso, di aprirmi a quel che c'è, di seminare, vangare, ripulire, annafiare, concimare... di guardare l'orizzonte!
Durante questi mesi Sara ha iniziato a chiacchierare e a correre, Dani ha lavorato sodo con amore, le persone che ci vogliono bene hanno pagato e goduto al tempo stesso per la fermezza delle nostre scelte e io... ho visto nascere tre bambini e accompagnato le loro mamme durante il parto... ho cucito il corredino di Matilde, che Mary e Andrea attendono con trepidazione... ho preparato i materiali che mi serviranno presto per raccontare il corpo alle bambine... ho conosciuto Maria e la sua piccola ancora nella pancia... ho partecipato ad una grande festa nel mio paese, esponendo tuti i miei lavori insieme ai miei bellissimi fratelli... ho imparato a fare il gelato senza latte e senza zucchero, e anche la marmellata con il succo di mela concentrato... ho preso tanto sole... ho salutato tanti amici e tanti posti cari al mio cuore... ho sognato che userò di più la mia bicicletta... e ho deciso che ce la farò, di certo, proprio come la mia margherita!
Vi terrò aggiornati, tornate a trovarmi... a presto,
Irene.