mercoledì 7 novembre 2012

Un mondo a misura di mamma!



Ho terminato il mio ultimo post con un articolo di don Mazzi dal titolo "aiutiamo le famiglie ad amare i figli come un dono" . Il giorno in cui l'ho letto per la prima volta ho pensato: "sarebbe bello se le famiglie accogliessero la sfida di aiutare il mondo ad amare i figli come un dono!". Sembra una frase fatta, uno slogan da pubblicità del Mulino Bianco, o qualcosa di simile. Purtroppo, non lo è affatto! La sfida di cui parlo non è solo attuale ma anche piuttosto urgente.
Negli ultimi giorni ho conosciuto molte mamme, ho ascoltato troppe storie di richieste di part-time non accettate, di contratti non rinnovati, di paure di rientrare al lavoro, di colleghi sgarbati, di donne semplicemente maltrattate per aver avuto la brillante idea di dare alla luce una creatura!
A dirla tutta anche il marito di una cara amica ha perso il lavoro, e anche nel suo caso nessuna tutela per il fatto di avere due bambini piccoli; semplicemente non conviene fare un contratto a tempo indeterminato, neanche fosse un ergastolo.
Nella maggior parte dei casi neanche un "mi dispiace", solo sguardi bassi e una valanga di giustificazioni!
Ad ogni modo, al di la dei singoli casi, c'è un filo che unisce tutte queste storie, un'ombra che le copre tutte: abbiamo creato un mondo così efficiente, così tecnologico, così moderno, laico e individualista che ormai non c'è più spazio per chi non sia adulto, sano e, possibilmente... maschio!
Rispetto al fatto che non ci siano spazi e attenzioni per bambini, anziani, e ammalati... credo che sia piuttosto evidente. Basta dare uno sguardo a come sono strutturate la maggior parte delle città, al fatto che sia necessario creare "categorie protette" per dare voce a chi è più debole, al fatto che se non puoi esprimere la tua volontà, perchè troppo piccolo, troppo vecchio, troppo malato, o per qualsiasi altra ragione, allora la tua vita vale poco più di niente!
Per ciò che riguarda il maschilismo... dico solo due parole: il maschilismo contemporaneo riguarda più le donne che gli uomini.
La mia esperienza parla di donne che sono cadute nella trappola di rinunciare alla propria femminilità in nome di una uguaglianza che non esisterà mai. Donne che cercano legittimamente di avere una voce in capitolo ma che per farlo scelgono la starda peggiore, ovvero quella di rinunciare a se stesse, di negare la propria tenerezza, la capacità di accogliere e di prendersi cura che le contraddistingue. Donne che, pur di sentirsi all'altezza delle aspettative di questa società, rinunciano alla propria creatività, al proprio saper fare, alla propria fecondità (che non riguarda soltanto il procreare).
Ne conosco molte di donne così. Anch'io sono stata una donna così per un periodo della mia vita. Poi ho scoperto di essere fatta "come un prodigio", ho scoperto che la mia femminilità non consiste in una serie di impedimenti e di disagi da ovviare o in una serie di armi e strumenti da sfruttare.
Vivere il mondo con tutta la mia femminilità non ha reso la mia vita più semplice, ma l'ha arricchita di armonia e di autenticità.
E' così, da giovane, neo-mamma e neo-disoccupata coglierò l'occasione per parlare alle donne e raccontare loro di essere fatte "come un prodigio"... di parlare a chiunque per dire che un mondo che rifiuta una donna è un mondo che rifiuta la vita!
A presto.


3 commenti:

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  2. Che bell'articolo. Mi sono quasi commossa. E' vero, purtroppo, tutto quel che dici. Anche io sono caduta in questa trappola di negare il mio esser donna per adattarmi alle esigenze di un mondo per cui l'esser donna è vissuto quasi come un handicap. ma le tue riflessioni mi scaldano il cuore e mi aiutano a convincermi che la scelta di esser madre non è una scelta secondaria, di ripiego, ma un gran compito, una missione che riguarda tutti. So che non parlavi solo della maternità in questo tuo post, ma io l'ho letto dal mio punto di vista, di chi a lungo si è un po' crogiolata nell'autocommiserazione di esser stata tagliata fuori dal mondo per una sua scelta avventata. Come se seguire i nostri desideri più profondi fosse un delitto.
    Grazie.

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